Sinestesia: paesaggi acustici | Synesthesia: Acoustic Landscapes - T.O.E. Art Market
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Sinestesia: paesaggi acustici | Synesthesia: Acoustic Landscapes - T.O.E. Art Market

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“Sinestesia: paesaggi acustici | Synesthesia: Acoustic Landscapes” curated by Francesca Calzà
Sinestesia: paesaggi acustici  | Synesthesia: Acoustic Landscapes
L’immaterialità del suono e l’incanto delle immagini sono capaci di rivelare gli aspetti più reconditi dei sentimenti, dell’inconscio e del vissuto umano, sia nei suoi tratti più gioiosi e festosi, sia in quelli più introspettivi e nostalgici. La collezione che propongo intende indagare l’eterna relazione che lega le arti visive all’elemento sonoro, rapporto a cui ogni epoca ha dato un significato e un’interpretazione differente. 
Gli artisti hanno cercato qualcosa di più profondo di una mera riproduzione della realtà, tentando di evocare ritmi e tonalità sulla tela, dando vita a un dialogo in continua evoluzione che coinvolge colori, materiali e note musicali nell'intento di creare una nuova forma espressiva, avvicinandosi così al concetto di sinestesia. Nasce il desiderio e la necessità di creare opere che inneschino un percorso multisensoriale nel fruitore, catturando il suono interiore degli elementi figurativi. Una ricerca slegata dagli schemi comunicativi classici che poteva avvicinarsi alla Gesamtkunstwerk (opera d’arte totale) teorizzata e desiderata da Wagner. Il contemporaneo scopre il rumore, un suono sconosciuto e disturbante parte dell’incessante ritmo della vita moderna che si rivela pronto a conquistare i generi musicali, la fotografia e la pittura attraverso la componente performativa dell’elemento sonoro. Aspetto rintracciabile nei dipinti di Salvatore Mauro, in cui l'elemento materico della pittura richiama alla mente la struttura dei pixel fotografici, creando l'illusione di una fotografia sfocata o sgranata. Nelle sue griglie lo spettatore si immerge in una dimensione tridimensionale e parallela alla nostra realtà, vivendo un’esperienza totalizzante. La pittura vibra come se la composizione avesse un effetto sonoro che si avvicina alla musica elettronica, al concetto di beat. Le forme, le linee e i colori, al pari delle note nella composizioni musicali, si alternano in successione nei disegni di Tatjana Koraksic in cui le tonalità formali e cromatiche suggeriscono tonalità emotive. Pieni e vuoti si susseguono, dirigendo i tratti nelle opere di Claudia Amadesi, che restituiscono in uno stile essenzialmente minimalista gli effetti dissonanti e graffianti della musica rock. Allo stesso modo, sono gli stessi istinti violenti e improvvisati che caratterizzano il jazz a prendere forma sulle tele di Casmiro. Questa stessa vitalità organica si sviluppa con un’elegante astrazione lirica nelle "Geometrie" di Linda Callioni, opere spesso dominate dall’horror vacui, dove i segni crescono e si rincorrono moltiplicandosi e tramutandosi in simboli. Le capacità fisiche e multisensoriale delle immagini sono esplicitate nel "Grido dei segni" di Antonio Andrea Ibba, nei suoi dipinti è possibili rintracciare i movimenti che ne hanno definito il disegno, come se esso stesse "gridando" contro i limiti stessi della tela. Questo fenomeno si verifica anche nei dipinti della serie "Flower Fields" di Djordje Stanojevic, in cui i pigmenti si frantumano e sgretolano, consentendoci di udire il rumore delle onde che si infrangono sulla superficie, come la schiuma del mare che lambisce la riva. Allo stesso modo, nel lavoro di Dragana B. Stevanovic l’andamento del pennello sulla tela tesse connessosi fisiche tese a stravolgere l’osservatore, toccandone le corde interiori. Se nella pittura il movimento e la musica acquisiscono una tridimensionalità ideale, mirando a ottenere "concretizzazione" attraverso volume, spessore e forma tangibile, nella fotografia vengono congelati in un'immagine che trascende il tempo.
Negli scatti di Pietro Sacchini la danza viene colta nella sua essenza frenetica e passionale dando vita ad immagini violente dal sapore espressionista, in cui sono i movimenti, gli strascichi, rimanenti dei ballerini ad animare le fotografie. Il rumore riecheggia deformando le immagini per dare vita a paesaggi impossibili che sfuggono al reale nell’opera "Altisonanza", risultato di sovrapposizioni dello stesso soggetto in archi temporali differenti, nei quali i movimenti si sommano cambiando le informazioni percettive e i contesti ambientali. Flavio Di Renzo esplora il fenomeno acustico e il comportamento delle onde sonore attraverso la fotografia. Nelle sue fotografie, il rumore permea i paesaggi, ridisegnandone i confini. Il rimbombo sembra incidere dei solchi sul paesaggio alterandone l’aspetto originale per proiettarlo in un’atmosfera onirica e sospesa protagonista anche dell’opera "Echo" di Jelena Petrovic Lukovic. Nelle opere "Somewhere in Lithuanian Woods" e "Main Stage" di Edoardo Ongarato possiamo percepire un’ambientazione ugualmente sospesa, eppure in equilibrio, come se le persone entrassero a contatto con l’ambiente tramite la danza, trasportati dall’isoritmia tipica della musica elettronica. Una sorta di armonizzazione del proprio corpo, tramite la fusione della meccanica del suono e dell’organismo, sembra ricorrere nelle opere di Navid Azimi Sajadi infrangendo i confini tra materiale ed immateriale. Nella selezione "Sinestesia: paesaggi acustici" questi limiti si dissolvono, favorendo l'incontro tra due dimensioni percettive inseparabili, da sempre muse predilette di tutte le arti.

The immateriality of sound and the enchantment of images have the ability to reveal the deepest aspects of emotions, the unconscious, and human experience, both in its most joyful and celebratory forms and in its more introspective and nostalgic ones. The collection I'm presenting aims to explore the timeless connection between visual arts and the sonic element, a connection to which each era has attributed varying meanings and interpretations. The artists sought something deeper than a simple reproduction of reality, striving to evoke rhythms and tones on the canvas, creating an evolving dialogue involving colors, materials and musical notes in an attempt to create a new form of expression, thus approaching the concept of synaesthesia. This engenders a desire and a necessity to create artworks that initiate a multisensory journey for the viewer, capturing the inner sounds of figurative elements. This research breaks away from conventional modes of communication and aligns with the concept of a "Gesamtkunstwerk" (total work of art) theorized by Wagner. In contemporary times, we discover noise, an unfamiliar and unsettling sound that is part of the incessant rhythm of modern life, ready to influence musical genres, photography, and painting through the performative aspect of the sonic element. This is evident in Salvatore Mauro's paintings, where the material aspect of painting evokes the structure of photographic pixels, creating the illusion of a blurred or pixelated photograph. Within his works, the viewer is immersed in a three-dimensional dimension parallel to our reality, experiencing an immersive journey. The painting seems to vibrate as if it has a sonic effect akin to electronic music and the concept of "beat". Shapes, lines and colours, like notes in musical compositions, alternate in Tatjana Koraksic's drawings, conveying emotional tones. Full and empty spaces alternate, directing the strokes in the works of Claudia Amadesi, who captures the dissonant and abrasive effects of rock music in an essentially minimalist style. In the same vein, the violent and spontaneous instincts characterizing jazz music take shape in Casmiro's canvases. This same organic vitality evolves into an elegant lyrical abstraction in Linda Callioni's "Geometries", often dominated by horror vacui, where signs grow and chase each other, multiplying and transforming into symbols. The physical and multisensory capabilities of images are explicitly portrayed in Antonio Andrea Ibba's "Grido dei segni", enabling one to trace the movements that defined the drawing, as if it were "shouting" against the limits of the canvas. This phenomenon also arises in Djordje Stanojevic's "Flower Fields" series, where pigments shatter and crumble, enabling us to hear the sound of waves breaking on the surface, much like sea foam lapping the shore. In a similar way, within Dragana B. Stevanovic's work, the brush's movement on the canvas creates physical connections designed to unsettle the observer, striking their inner chords. If in painting, movement and music acquire an ideal three-dimensionality, aiming to achieve "concretization" through volume, thickness, and tangible form, in photography, they are frozen in an image that transcends time. In Pietro Sacchini's shots, dance is captured in its frenetic and passionate essence, they are violent images with an expressionist flavour where the movements, the trails, the remains of the dancers animate the photographs. The noise reverberates, distorting the images to create impossible landscapes that elude reality in the artwork "Altisonanza": the result of superimpositions of the same subject in different time frames, where movements add up, altering perceptual information and environmental contexts. Flavio Di Renzo explores the acoustic phenomenon and the behavior of sound waves through photography. In his photographs, noise permeates landscapes, redrawing their boundaries. The reverberation seems to cut furrows in the landscape, altering its original appearance to project it into a dreamlike, suspended atmosphere, which is also the protagonist of the work "Echo'" by Jelena Petrovic Lukovic. In Edoardo Ongarato's works "Somewhere in Lithuanian Woods" and "Main Stage," we can equally perceive a suspended yet balanced setting, as if people came into contact with the environment through dance, carried by the isorhythm typical of electronic music. A sort of harmonization of the body, through the fusion of sound mechanics and the organism, seems to recur in Navid Azimi Sajadi's works, breaking down the boundaries between the material and immaterial. In the selection "Synesthesia: Acoustic Landscapes", these boundaries dissolve, facilitating the encounter of two inseparable perceptual dimensions that have always been the favorite muses of all the arts.
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