intimità pubblica - T.O.E. Art Market
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“intimità pubblica” curated by Aurora Fanis
intimità pubblica
La mostra collettiva "intimità pubblica" esplora il confine tra intimità e sfera collettiva, riflettendo sul tema della vulnerabilità e della connessione sociale attraverso l'arte contemporanea. L'esposizione riunisce opere che rivelano come il privato possa assumere una dimensione condivisa e come l'individuo si relazioni con la comunità in un contesto di esplorazione e scoperta reciproca. Nelle proprie opere gli artisti svelano aspetti nascosti o frammentati della nostra identità individuale e collettiva. Questi lavori rivelano come la percezione del corpo, l’energia individuale e i legami sociali si intreccino in un continuo gioco di riflessi e opposizioni tra l'io e l'altro. Il vuoto, come il tuffo di Sofia Fresia, è inteso sia come mancanza che come spazio di possibilità, emerge in molte delle opere come una presenza sottile e pervasiva. Le rappresentazioni di assenza diventano simbolo di una ricerca esistenziale, una riflessione su ciò che rimane inesplorato all'interno di ciascuno di noi. Il vuoto non è visto solo come perdita, ma come elemento costitutivo della condizione umana, una componente che accomuna le vite di tutti e che, attraverso l’arte, assume una nuova dignità. In questo senso, il vuoto diventa luogo di incontro tra i singoli, uno spazio di condivisione che abbatte le barriere del non detto e del non visibile. In particolare, questo tipo di esposizioni mira a rompere il tabù dell’intimità rendendo accessibile e pubblica la dimensione privata dell’individuo attraverso l'arte, che diventa così un mezzo di dialogo sociale e di riflessione condivisa. L'interiorità crea un ponte che permette agli spettatori di confrontarsi con le proprie esperienze e di trovare negli altri una risonanza, uno specchio che riflette i loro stessi pensieri e sensazioni. Così, il concetto di intimità viene ridefinito come uno spazio comune, in cui la fragilità non è più un elemento da nascondere, ma una risorsa da esplorare e condividere. Le vecchie fotografie di Aurora Bresci sono talvolta descritte come frammenti di ricordi, che attingono a simboli e materiali legati alla memoria. Pone l'attenzione sul come le esperienze individuali siano plasmate dal vissuto e su come queste si riflettano nella costruzione dell’identità collettiva. Luca Granato è noto per le sue opere concettuali e per l’uso di materiali non convenzionali, come elementi organici, metallo, tessuti e materiali industriali, con cui costruisce composizioni che sfidano le percezioni tradizionali dello spazio e del corpo umano. Daniela Monica con un linguaggio artistico intimo e poetico, esplora temi d'identità, sull’esperienza interiore e sulle tracce lasciate dal tempo e dalle relazioni personali. Attraverso una resa visiva spesso minimale e meditativa, Marta Lech invita lo spettatore a riflettere sul proprio posto nel mondo e sulla propria relazione intima con il tempo e lo spazio. L'artista belga Victor Vergauwen con il suo approccio sperimentale e concettuale, esplora l'identità intima, la memoria collettiva e la percezione dello spazio urbano. Trasformando gli oggetti comuni in simboli di fragilità. Un viaggio di energia e intellettuale con gli occhi di Claudia Maria Amadesi, un invito a rivedere il nostro concetto di individualità e a scoprire come, anche nei frammenti più intimi della nostra esistenza, ci sia un legame profondo con il mondo che ci circonda. EN The group exhibition ‘public intimacy’ explores the boundary between intimacy and the collective sphere, reflecting on the theme of vulnerability and social connection through contemporary art. The exhibition brings together works that reveal how the private can take on a shared dimension and how the individual relates to the community in a context of mutual exploration and discovery. In their works, the artists reveal hidden or fragmented aspects of our individual and collective identity. These works reveal how the perception of the body, individual energy and social ties are intertwined in a continuous play of reflexes and oppositions between the self and the other. Emptiness, like Sofia Fresia's Plunge, is understood both as a lack and as a space of possibility, emerging in many of the works as a subtle and pervasive presence. The representations of absence become symbols of an existential quest, a reflection on what remains unexplored within each of us. Emptiness is seen not only as loss, but as a constitutive element of the human condition, a component that is common to everyone's life and that, through art, takes on a new dignity. In this sense, the void becomes a meeting place for individuals, a space for sharing that breaks down the barriers of the unspoken and the unseen. In particular, this type of exhibition aims to break the taboo of intimacy by making the private dimension of the individual accessible and public through art, which thus becomes a medium for social dialogue and shared reflection. Intimacy creates a bridge that allows viewers to confront their own experiences and to find in others a resonance, a mirror reflecting their own thoughts and feelings. Thus, the concept of intimacy is redefined as a common space, in which fragility is no longer an element to be hidden, but a resource to be explored and shared. Aurora Bresci's old photographs are sometimes described as fragments of memories, drawing on symbols and materials linked to memory. She draws attention to how individual experiences are shaped by experience and how these are reflected in the construction of collective identity. Luca Granato is known for his conceptual works and his use of unconventional materials, such as organic elements, metal, textiles and industrial materials, with which he builds compositions that challenge traditional perceptions of space and the human body. Using an intimate and poetic artistic language, Daniela Monica explores themes of identity, inner experience and traces left behind by time and personal relationships. Through an often minimal and meditative visual rendering, Marta Lech invites the viewer to reflect on one's place in the world and one's intimate relationship with time and space. Belgian artist Victor Vergauwen, with his experimental and conceptual approach, explores intimate identity, collective memory and the perception of urban space. He transforms common objects into symbols of fragility. An energetic and intellectual journey through the eyes of Claudia Maria Amadesi, an invitation to review our concept of individuality and to discover how, even in the most intimate fragments of our existence, there is a deep connection with the world around us.
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