Plancton, Lorenzo Dalcò - T.O.E. Art Market
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Original Art for sale | Painting

Lorenzo Dalcò
Italy

Views: 80

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Plancton
Smalti industriali su tela 2022
cm 100x150x2
Price 2000 €
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La pittura di Lorenzo Dalcò viene da un lungo lavoro sul paesaggio e di questa ricerca, non sempre rigorosa né coerente, ma ondivaga con riprese ed abbandoni altrettanto repentini, porta le tracce, sia nella passione per la città nel suo complesso, per la veduta, che si distende ampia e panoramica, per lo skyline che rompe cieli arrossati, avvampanti o freddi di intensità boreali. Da qui è partito Dalcò, ma il suo viaggio non si è certo fermato a queste atmosfere, a queste allusioni ad una natura che diventava sempre più pittura, sempre più materia cromatica, che si accendeva di bagliori, si incupiva dando vita a monocromi con variazioni di tono su tono, ad un complesso equilibrio instabile tra la visione dell’immagine della città, le sue luci, i suoi umori distillati da alchimista e la sua trasposizione su di una carta geografica, nella magia di una rappresentazione simbolica sospesa tra l’invenzione e l’evocazione della realtà. Rimando ad altro, spesso confondendo o meglio contaminando l’orizzonte con la veduta dall’alto, zenitale o a volo d’uccello, sulle quali, nelle ultime opere, viene sovrapponendo ponti che sono vere e proprie sculture sovrapposte, che evocano l’astrazione verso la quale sta muovendo, ma che ancora non ha il coraggio di affrontare apertamente, che svela il suo gusto per la tridimensionalità della materia. Il ponte lega, unisce, stabilisce contatti, indicano direzioni e costituiscono vie privilegiate e questo vogliono essere questi elementi unitari che dominano un indistinto naturale che evoca, allude, rimanda, dando ad esso in un certo senso una stabilità, nell’ovvia articolazione fantastica di struttura che il ponte, tanto più è ampio, aggettante sul vuoto, possiede. E’ un sorpassare, ma anche un contenere l’intera immagine, in un nascosto desiderio di sintesi. E’ in passaggio intermedio, che poterà Dalcò verso altri spazi, altre dimensioni. Marzio Dell’Acqua, presidente dell’Accademia Nazionale di Belle Arti di Parma La pittura è intrico, la terra colore nelle mani di Lorenzo Dalcò il paesaggio diventa arabesco, frammento, minima parte di un tutto che, a poco a poco, infrange concettualmente i confini della tavola. Duettando con colori complementari, quasi sempre primari e secondari, l’artista alterna smalto e acrilico, lucido e opaco, in un tessuto cromatico vibrante ed avvolgente, sulle creste materiche si radicano creature che popolano i propri Abissi.I colori scivolano formando spigoli, grumi, concavità e quella materia indistinta, che è legno, pigmento, che è tutto e niente, diventa di volta in volta mare, profondità misteriose e paurose. Quelle creature, che solcano i blu, i porpora, i viola e gli aranci, non sono dunque griglie sovrapposte che schermano le paste, ma itinerari dell’opera , in grado di dare consistenza materica al colore. Chiara Serri