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Il grido ovattato dei sordi risuona nell'eco del tempo
cm 120x80
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(ENG)
"I am you" is the muffled cry of the deaf echoing in the echo of time; it is the scream of Laocoonte, priest, individual, torn apart by the vision of the future catastrophe. The ἐγὼ (ego), the burden and the gift of knowledge, in service to the community. The desire to merge one's Self into the Other fails. "I am you," but the Self is martyred and you - :we - horribly silent. Thought, art, literature, music, the world in its universality must not be deprived of Feeling, for this would mean making room for the most insane pragmatism, the most incisive censorship, and the basest benevolence. The Self has the right to feel its own ἐγὼ (ego), its own interiority, its own individual: The Self has the right to Feel. Feeling is the theory of desecrating the eternal and oppressive dogmas imposed. We are disciples of Sensation, of synesthetic emotions; we need to wander among bodies and minds showing the ritual of the agonizing wound: the flower in the side that will make us die having perceived billions of collective lives. We are you and we are you in being human. "I fear the word of men so much. They always say everything so clearly: this is called like this and that what, and here is the beginning and there is the end. And I am scared of the manner, the mockery for play, that they know everything that was and will be. There is no mountain that astonishes them; their lands and gardens border on God. I would like to warn them, stop them: stay away. I like to hear things sing. You touch them: they become rigid and mute. You kill things for me." Rainer Maria Rilke
(ITA)<> è il grido ovattato dei sordi che risuona nell'eco del tempo; è l'urlo di Laocoonte, sacerdote, individuo, lacerato dalla visione della futura catastrofe. L'ἐγὼ (ego), il fardello e il dono della conoscenza, al servizio della comunità. La volontà di fondere il proprio Io nell'Altro fallisce. <>, ma l'Io è martirizzato e voi - :noi – orribilmente silenziosi. Il pensiero, l'arte, la letteratura, la musica, il mondo nella sua universalità non devono essere privati del Sentire, poiché questo significherebbe lasciare spazio al più insano pragmatismo, alla più incisiva censura e al più infimo buonismo. L'Io ha il diritto di sentire il proprio ἐγὼ (ego), la propria interiorità, il proprio individuo: L'io ha il diritto di Sentire. Sentire è la teoria del dissacrare i sempiterni ed opprimenti dogmi imposti. Siamo discepoli della Sensazione, delle emozioni sinestetiche; necessitiamo di vagare tra i corpi e le menti mostrano il rituale della lancinante ferita: il fiore nel fianco che ci farà morire avendo percepito miliardi di vite collettive. Noi siamo voi e noi siamo voi nell'essere umani. “Io temo tanto la parola degli uomini. Dicono tutto sempre così chiaro: questo si chiama come e quello cosa, e qui è l'inizio e là è la fine. E mi spaura il modo, lo schernire per gioco, che sappian tutto ciò che fu e sarà. Non c'è montagna che li meravigli; le loro terre e giardini confinano con Dio. Vorrei ammonirli, fermarli: state lontani. A me piace sentire le cose cantare. Voi le toccate: diventano rigide e mute. Voi mi uccidete le cose”. Rainer Maria Rilke