Original Art for sale | Painting
Attrazione fatale
cm 30x150x2
cm 30x150x2
Attrazione Fatale è un lavoro che nasce dalla riflessione sul tema della passione affrontato durante il corso di Metodi e tecniche per la pittura sacra contemporanea presso l'Accademia Albertina di Torino. Si compone di cinque piccole tele quadrate 30x30 cm ciascuna pensate per essere disposte una accanto all’altra secondo un ordine preciso, in cui è possibile rintracciare una narrazione e allo stesso tempo una tensione che convoglia verso il centro. Nell’affrontare questo soggetto l'artista ha scelto di concentrarsi in maniera particolare su due aspetti peculiari della passione: il dolore e la potenza del trasporto che essa è in grado di suscitare. Per farlo ha ripescato nelle sue esperienze personali quella probabilmente più difficile e dolorosa, l’unica a suo avviso che possa essere riconosciuta come una sorta di Passione personale nel senso più doloroso del termine. Attrazione Fatale vorrebbe infatti esprimere la sofferenza, l’esaltazione e l’angoscia per l’apparente ineluttabilità della propria condizione provate dai malati di anoressia nervosa, un disturbo psichico che porta alla mortificazione fisica e mentale nel tentativo di raggiungere la “perfezione”. Ma si tratta di un ideale di perfezione chimerico, irraggiungibile: il corpo perfetto, il peso perfetto, sono percezioni irreali e mutevoli, che però - proprio come la passione per un amante - eclissano tutto il resto portando il soggetto a vivere di nient’altro che della propria malattia. Ha un fascino perverso l’anoressia: è amante e carnefice, come un gorgo risucchia quanto c’è di bello nella vita e pretende che le sia sacrificato tutto: le azioni, le idee, le relazioni, i progetti, i pensieri e i desideri più profondi. Il pannello centrale, raffigurante rocce a imbuto che convergono verso un pozzo nero, rappresenta il nulla, l’annientamento totale di sé cui la malattia spinge a poco a poco - quasi fosse un essere senziente capace di possederci. Gli altri pannelli sono infatti tutti orientati verso il centro, attratti senza via di scampo. I due più esterni, simmetrici, mostrano un corpo martoriato ma inconsapevole: la ragione è annientata, per cui la figura è acefala. I due immediatamente ai lati di quello centrale raffigurano le mani dell'artista: la sinistra si protende verso il pozzo nero, cui irrazionalmente anela; la destra invece cerca disperatamente di aggrapparsi con le unghie per non precipitare nell’abisso. Per gli sfondi sono stati utilizzati linee e colori ispirati alle rocce scavate dell’Antelope Canyon (Arizona), che richiamano le sinuose forme femminili tanto temute o i visceri di questo corpo che l’anoressico detesta e non è disposto ad accettare.
Vernice finale opaca, attaccaglie posteriori a triangolo su ciascun pannello.
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